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Chi partecipa “con riserva” all'ultimo concorso docenti, perché abilitato all'estero, si trova in una delle seguenti posizioni: 1) ha ottenuto il decreto di riconoscimento da parte del Miur, dunque ha diritto all'inserimento nella graduatoria del FIT; 2) ha ricevuto una lettera del Miur in cui si comunica l’impossibilità di emettere tale decreto in assenza di un parere dell’Avvocatura Generale dello Stato; 3) è ancora in attesa di una comunicazione sull’esame della pratica.

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Il docente aveva conseguito il titolo di abilitazione in Spagna, al termine del “Máster en Formación del Profesorado” presso l’Università di Siviglia. Ma l’obiettivo – assolutamente legittimo – era quello di utilizzare la sua abilitazione straniera per insegnare nella scuola secondaria italiana, nelle classi concorsuali 33/A e 71/A. Aveva quindi inviato della documentazione al Miur. Mesi di attesa. Nessuna risposta. Infine, la decisione di sfidare il ministero in tribunale, con un ricorso al Tar Lazio contro il “silenzio” della P.A. (tecnicamente, si tratta di un ricorso ai sensi dell’art. 117 del codice del processo amministrativo).

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L’Amministrazione può decidere di lavorare le pratiche più recenti e dimenticarsi di tutte le altre? Questa domanda se l’è posta chi sta partecipando al Concorso docenti 2018 “con riserva”. Alcuni docenti che hanno depositato l'istanza di riconoscimento dell'abilitazione spagnola nel 2017 si sono lamentati di essere stati "scavalcati" dagli ultimi arrivati, cioè dai colleghi che hanno depositato l'istanza di riconoscimento alcuni mesi dopo. Un’anomalia che ha fatto sorgere qualche dubbio sull’operato del Miur, accusato di superare quasi sempre il termine di 4 mesi previsto per la valutazione delle istanze e di non aver pubblicato online i decreti emessi dal 2016 a oggi.

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Favorevoli o contrari allo ius soli? Riflessioni su Tar Lazio, Roma, I Ter, sentenza 10 novembre 2017, n. 11193. Lo ius soli (in latino, “diritto del suolo”) è un’espressione giuridica che indica l'ottenimento della cittadinanza di un dato Stato come conseguenza della nascita nel suo territorio, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori. Si contrappone allo ius sanguinis (“diritto del sangue”) che invece indica l’ottenimento della cittadinanza in base alla nazionalità dei genitori. Dunque, per riassumere, lo ius soli indica l’ottenimento della cittadinanza in base al luogo di nascita, mentre lo ius sanguinis in base alla discendenza.

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Después de una resolución negativa que pone fin a la vía administrativa, generalmente un abogado español prefiere interponer recurso de reposición. El propósito es ganar tiempo para interponer el recurso contencioso-administrativo porque, generalmente, la Administración no responde de manera expresa, sino que mantiene silencio (art. 46 LJCA: “1. El plazo para interponer el recurso contencioso administrativo será de dos meses contados desde el día siguiente al de la publicación de la disposición impugnada o al de la notificación o publicación del acto que ponga fin a la vía administrativa, si fuera expreso. Si no lo fuera, el plazo será de seis meses y se contará, para el solicitante y otros posibles interesados, a partir del día siguiente a aquél en que, de acuerdo con su normativa específica, se produzca el acto presunto”).

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Dopo anni di battaglie, il Consiglio di Stato ha riconosciuto il diritto degli studenti italiani iscritti all'estero di ottenere il trasferimento in Italia ad anni successivi al primo, senza dover superare il test di ammissione al primo anno (vedasi il provvedimento Cons. St., Ad plen., 28 gennaio 2015, n. 1). Oggi gli studenti italiani iscritti nei corsi di laurea stranieri di Medicina o di Odontoiatria possono quindi trasferirsi negli atenei italiani, ottenendo il riconoscimento delle materie sostenute e la conseguente "abbreviazione della carriera" .

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Una recente sentenza della Corte di Cassazione apre le porte al rimborso delle quote pagate all’ordine dei medici. Per esercitare la professione di medico è necessario iscriversi all’ordine professionale territorialmente competente. L’iscrizione, come noto, è subordinata al pagamento di una quota di iscrizione annuale. Tuttavia l’art. 1719 del codice civile, applicabile anche ai medici ospedalieri, prevede che queste spese, in quanto sostenute per svolgere un’attività a favore della struttura sanitaria, debbano essere pagate da quest’ultima.

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