La Corte d’Appello di Firenze, sezione lavoro, con ordinanza depositata il 10 settembre 2020 ha bocciato la sentenza di primo grado che ammetteva alcuni docenti italiani, in possesso dei soli 24 CFU, nella fascia degli abilitati. Secondo i giudici fiorentini "la materia di causa è infatti senz’altro complessa e la soluzione raggiunta dal Tribunale assai controvertibile”. Quindi i 24 CFU non sono abilitanti (se non si supera un concorso).
Il provvedimento è stato pubblicato sul sito dell' USP di Siena ma è consultabile, anonimizzato, anche su questo questo link. La Corte, su ricorso del Ministero dell'istruzione, ha sospeso la sentenza, privandola di efficacia, fino a quando (tra molti mesi) la Corte d’Appello non si pronuncerà definitivamente nel merito.
La prossima udienza è fissata per il 20 maggio 2021.
Il Tribunale di Siena, Sezione Lavoro, aveva accolto il ricorso proposto da due docenti che asserivano la natura abilitante dei 24 CFU per l’inserimento nella fascia dei docenti abilitati della provincia di Siena (ex seconda fascia, oggi prima fascia delle GPS). In realtà sono svariate le sentenze, emesse tutte dallo stesso Tribunale, che hanno avvalorato la tesi della natura abilitante dei 24 CFU. Si tratta di un orientamento nettamente minoritario (ed a nostro avviso infondato) in quanto, come chiarito in varie sentenze di merito, i 24 CFU non "abilitano", ma semplicemente consentono di partecipare ai concorsi abilitanti.
Avevamo discusso della tematica in questo articolo del 28 agosto 2020 intitolato Docenti e sentenze: i 24 Cfu sono abilitanti?, spiegando per quale motivo ritenevamo la tesi della natura abilitante dei 24 CFU fosse errata, nonostante fosse molto “pubblicizzata” sulla rete, soprattutto nei portali che promuovono ricorsi in materia di scuola. Quando si parla di ricorsi sui 24 CFU spesso si usano toni trionfali e si esaltano le “vittorie” giudiziarie dei docenti, dimenticandosi delle sconfitte.
Questo è molto grave, perchè se informazione deve essere fatta, deve essere oggettiva e trasparente.
Per dovere di completezza (e di deontologia) occorrebbe informare i potenziali ricorrenti - ma in generale il pubblico dei navigatori - che le sconfitte sono assai più numerose degli accoglimenti. La maggior parte delle sentenze sono di rigetto, finora con compensazione delle spese, ma in futuro non è da escludere che i giudici inizino a condannare i ricorrenti.